Uscire il sabato sera in comitiva è sempre una buona occasione per realizzare DiretTour, per conoscere più realtà, così ci dirigiamo alla Pizzeria Giuseppe Vesi, alla sede in via Luca Giordano 162, per un concept più giovanile, o meglio da sabato sera.
All’entrata subito si evince uno stile innovativo per una Pizzeria, anche se al chiuso, molto più “aperto”, infatti sembra di trovarsi in una foresta, tra pareti e soffitto.
Così tra tanta freschezza di luogo e buona e veloce gioventù a lavoro, in accordo con i miei compagni di cena iniziamo un’approfondita di degustazione, per conoscere a pieno l’essenza gourmet che ha reso famoso il Pizzaiolo.
Per raggiungere certi standard di bontà e qualità vuol dire che è aiutato da bravi collaboratori sia in sala, gentili ed accoglienti, che in cucina, quindi stimoliamo l’appetito con un entrée particolare, con la rivisitazione della Montanara in versione mini e sia tradizionale che rivisitata , ma, almeno io, sono fedele a certe tradizioni, così invito i compagni di cena ad assaporare la bontà del fiore di zucca, che si conferma tradizionale, come la tradizione vuole è il Ciurillo mbottonato, cioè imbottito, perchè la leggerissima sfoglia fritta racchiude on se, oltre che l’ortaggio, anche un sottile e non disgustante ripieno tradizionale di ricotta, perchè ben dosato.
Quindi la Tradizione ci ha accompagnato un pò nei fritti, così la curiosità ormai ha colpito me ed i miei commensali, quindi è il momento della Pizza! La degustazione continua, ed anche qui c’è grande varietà oltre che bontà, perchè facilmente notiamo che il gourmet deve convivere con la Tradizione napoletana. Ecco che, ricordando che la Pizza nasce rossa e napoletana accettiamo la proposta del Pizzaiolo, che dedica il nome Sophia Loren alla Pizza realizzata con: Fiordilatte di Agerola Parmigiana di melanzane ed all’uscita polpettine fritte
Ottima rivisitazione!
Così continuando in quest’idea del gourmet bisogna gustare anche la versione gourmet del gourmet, con la Mortadella , che come ormai siamo soliti apprezzare nelle Pizzerie è supportata dal Pistacchio, ma che dona maggiore freschezza perchè in versione cremosa ed aggiunto all’uscita, quindi si presenta fresco, non pastoso e non disturbante l’impasto, perchè magari non si fonde con lo stesso tramite la cottura. Quindi l’idea surclassa anche l’utilizzo della spolverata in granella all’uscita, che in certi casi resta un ingrediente a se, invece nella fattispecie, riesce a fondersi un pò anche con l’impasto.
Ringraziando i commensali per le loro idee per le scelte, dove c’è gusto non c’è pendenza, quindi decido di voler gustare come la Pizza con i funghi è interpretata, quindi ordino la Pizza Porcini .
Apprezzo la scelta peculiare del Porcino, considerando che i più utilizzati nella pizza con i funghi sono i normali prataioli o champignon, grazie al loro aroma avvolgente che riesce a legarsi meglio nella Pizza, anche qui fondendosi nell’impasto, merito della burratina posta al centro a fine cottura, che rompendosi nel taglio e poggiandosi sugli altri ingredienti permette alla Pizza di diventare una carezza al palato, a cui si aggiunge il tocco del retrogusto dell’altro latticino usato, sempre forte, cioè la provola di Agerola.
Abbiamo apprezzato un ottimo impasto e soprattutto, come si può notare dalle foto, che si tratta della storica Pizza “A rot e carrett”, tipica della zona di Napoli Centro, ma non troppo sottile, come tipica, leggermente più alta e morbida nella degustazione, che strabocca dal piatto e nel gusto, quindi… l’evoluzione della Pizza!
Eugenio Fiorentino