Nella settimana di Carnevale le tradizioni culinarie si rincorrono, in gusti salati e dolci, sempre creanti vari Storytelling del food, che siano Chiacchiere o il nostro più recente Migliaccio.
Come tante altre bontà partono dalla povertà o miseria di nascita diventando perni del food o magari Parola di Eugenio con giuste rivisitazioni.
Ma questa non è tanto una novità, perché storicamente era preparato dalla classe più povera con ciò che aveva a disposizione. Appunto farina di miglio, da cui prese il nome, ma col tempo per diventare trionfo del gusto napoletano. Nel tempo il Migliaccio si è fatto salato impreziosendosi di Cicoli, Pecorino e Grana, per diventare quel trionfo di gusto alla napoletana! Non a caso è un piatto tipico; che equivale proprio ad una saporita torta rustica di semolino (o farina di mais), salame e provola, dalla consistenza simile ad una Polenta.
Perché proprio l’ultima bontà alla Taverna di Totò, via Sanità 33, cambia gusto e aspetto. Diventa come la definisce Francesco Rej, il proprietario: “Una Polenta prepotente!”. Questa definizione ha convinto a renderlo Parola di Eugenio.
Ma come è possibile o come e perché la preparano? Ci ha spiegato tutto il buon Francesco. In primis va fatta raffreddare dopo la giusta cottura. Perché poi bisogna realizzare il Migliaccio della Taverna di Totò!
Così aggiungendo, invece di zucchero ed altre essenze dolci, del Pecorino romano D. O. P., Grana Padano, Ciccioli napoletani, un pizzico di pepe nero e sale fino
si realizza un buon impasto da mischiare tutto con una lavorazione a mano.
Si amalgama il tutto, per creare i dischi
i
Così una volta preparato il tutto bisogna solo friggere, scolarli bene e poi degustare perché “Con Francesco Rej
“Mangi e t’arricrei!”
Proprio come sostiene il buon Francesco nel suo video
beh… É da Parola di Eugenio!
Eugenio Fiorentino