Sembrerà strano, così, che il pomodoro provenga dall’altro lato del mondo e nella tradizione partenopea regala curiosità da S.C.P./ SocialComunicationPizza.
Ormai è un ingrediente principe della maggior parte dei piatti tipici della tradizione partenopea, come il Ragù o tradizionalmente della Pizza Margherita.
Non è l’unico modo. Si può gustare in tante tipologie in cucina, come la famosa e canterina pappa al pomodoro, che magari sia al filetto. Regalando una bontà ai piatti unica.
Così a Napoli è diventato un simbolo culinario per eccellenza. É coltivato in varie forme nelle terre vesuviane e nell’agro-sarnese, non a caso, patria della già raccontata Pomodoria Gustarosso.
Ed è proprio qui che si va dai pomodori Sammarzano ai pomodorini del piennolo fino ai datterini gialli. Per certe tipologie o specie il territorio fa la differenza, quindi c’è un pò di esclusiva. Ma non è tutto merito nostro!
E così che ci vuole un po’ di storia dalle Americhe all’Europa, per comprendere il passaggio dal Pomo – doro al Pomo – rosso .
Infatti, l’origine del suo nome “pomo d’oro” deriva dal colore che l’ortaggio assumeva al termine della maturazione in terre americane, che era di un giallo dorato. Con il cambiamento climatico, una volta arrivato nel vecchio continente, il pomodoro avrebbe assunto il colore rosso così come lo conosciamo. Che suona meglio, Gustarosso invece che Gustaoro.
Per le prime documentazioni sul pomodoro, bisogna andare oltreoceano nell’America meridionale e centrale.
Qui, questo frutto era coltivato dalle popolazioni locali, quali gli Aztechi e i Maya, che consideravano un frutto afrodisiaco dalle grandi capacità curative.
Con l’arrivo dei coloni spagnoli agli inizi del ‘500, l’ortaggio fu importato subito anche in Europa. Divenne parte dell’alimentazione locale e subì un mutamento di crescita e di utilizzi a causa della differenza di clima.
Il pomodoro in Italia e a Napoli: le varietà e gli usi in cucina.
prima comparsa nel 1548 in Toscana, presso la corte dei Medici. ma la loro massima diffusione avvenne in Sicilia (il nome dei famosi pomodori “pachino” deriva dall’omonimo paese siciliano), e, naturalmente vicino la nostra Napoli, nella zona del Vesuviano e di Sarno. Infatti, fu proprio dal regno di Napoli che arrivarono i primi pomodori a Firenze, nati da dei semi che Cosimo de’ Medici aveva donato alla sua sposa Eleonora de Toledo, figlia del viceré spagnolo. Tuttavia, prima del XVII secolo il pomodoro fu usato solo con funzione ornamentale: a partire dal ‘700 a Napoli si sperimentarono nuovi prodotti a base di pomodoro, come la salsa, il ragù e naturalmente la pizza.
Il Pomodoro fece la sua prima comparsa nel 1548 in Toscana, presso la corte dei Medici.
Naturalmente vicino la nostra Napoli, nella zona del Vesuviano e di Sarno. Infatti, fu proprio dal regno di Napoli che arrivarono i primi pomodori a Firenze, nati da dei semi che Cosimo de’ Medici aveva donato alla sua sposa Eleonora de Toledo, figlia del viceré spagnolo. Tuttavia, prima del XVII secolo il pomodoro fu usato solo con funzione ornamentale: a partire dal ‘700 a Napoli si sperimentarono nuovi prodotti a base di pomodoro, come la salsa, il ragù e naturalmente la Pizza.
I pomodori napoletani: il San Marzano e il pomodorino del piennolo.
Come già anticipato, esistono diverse varietà di pomodori, ma quelli diffusi nelle nostre terre sono il Pomodoro San Marzano e il pomodorino del piennolo.
Il Primo, ritenuto il Re dei pomodori, ha una forma lunga e tondeggiante, e oltre che per la preparazione dei sughi è utilizzato anche per prodotti in bottiglia o scatola, ossia pelati o la passata.
er quanto riguarda i pomodorini del piennolo, piccoli e dall’estremità appuntita, dal colore rosso vermiglio o giallo, hanno un sapore vivace e intenso e sono perfetti per realizzare uno spaghetto aglio e olio oppure in accompagnamento con del pesce: in ogni occasione sapranno arricchire i sapori della buona tavola (specialmente di quella campana).
Chiara Peluso