Molto spesso in alcune esperienze di Ristorazione, abbiamo degustato un bel piatto di ravioli, inconsapevoli che tale tipologia di pasta, dalla versione tipica all’innovativa, fosse frutto di uno Storytelling del food.
Perché questa pasta ripiena di ricotta con provola o spinaci, condita con sugo (magari un bel ragù napoletano) riscuote talmente tanto successo al punto tale da aver fatto il giro d’Italia da Nord a Sud in tante altre varianti. Ma molti non sanno che questa invitante pasta ripiena ha origini molto antiche, che risalgono al Medioevo. Dunque, immergiamoci in una nuova avventura di storytelling del food per scoprire qualche curiosità sui ravioli attraverso i secoli.
I ravioli all’epoca medievale tra il sacro e il profano
La fonte più antica in cui compare la parola “ravioli” risale a un documento in pergamena del 1187, rinvenuto e conservato nella città di Bergamo. In questo si menziona la pietanza oggetto del nostro Storytelling del food tra una serie di cibi che venivano serviti presso un banchetto tra i canonici della Cattedrale.
Dal contesto sacro poi si passa a quello mondano.
Infatti, Giovanni Boccaccio, tra le dilettevoli e colorite novelle del Decameron, cita i ravioli tra le pietanze che accompagnano i protagonisti della terza Novella dell’Ottava giornata.
Tralasciando la fantasia del Boccaccio, altre testimonianze storiche che ci informano della diffusione dei ravioli risalgono anche al Duecento e provengono soprattutto da Genova, all’epoca importante repubblica marinara, dove il commercio di questa pasta era molto diffuso, fino ad arrivare al XVI secolo, in cui, attraverso le rime del poeta genovese Paolo Foglietta, si associa al profumo dei ravioli la potenza della città, temuta dai corsari arabi.
Oltre storia e letteratura: i ravioli sulle tavole da nord a sud.
E così, con Storytelling del food, ormai, si sono, senza dubbio, costruiti una gloriosa fama, che è giunta ai nostri tempi praticamente immutata.
Infatti, da Nord a Sud sono ancora un piatto ricercatissimo e molto amato dagli amanti della buona tavola e non solo. Apprezzato in tutta la nazione, naturalmente ogni regione ha la sua variante di ripieno dei ravioli. Al centro-nord si può gustare la tradizionale versione ricotta e spinaci
da poter impiantare così, per rafforzare il gusto. Magari non creando un sugo troppo odioso che copra quello della verdura.
. Mentre in Campania, mostriamo ancora che grazie al Pastificio Matricardi, via Antonio Porpora 7, attraverso una produzione, molto tradizionale, come Storytelling del food impone, sono famosi i Capresi,
che, come si può notare, ravioli ripieni di caciotta fresca e conditi con olio d’oliva, sugo di pomodoro e Parmigiano Reggiano.
Tante altre varietà per il ripieno del Raviolo, magari per dare quel tocco in più di gusto ad un qualsiasi sugo, con: Ricotta e Prosciutto crudo
che in Abruzzo sono soliti cucinarli in una versione dolce, con ripieno di ricotta, zucchero e cannella, mentre in Sardegna sono diffuse due differenti versioni di ravioli: una prevede un ripieno di spinaci, zafferano e formaggio fresco, aromatizzati al limone. Ma la carne riserva un’altra varietà che ci propone i ravioli con ripieno di carne macinata, che con il proprio sapore da il “tocco” in più ad un qualsiasi un sugo a base di carne di bue
.
Beh… Qualsiasi versione saggiate, seguendo qualsiasi tradizione, saranno tutte le ricette che donano diverse vesti al sapore dei ravioli portano ad un’unica meta: la bontà!
Chiara Peluso