La Pizza nella Città di Napoli che ha scritto uno Storytelling del food è varia. Così oltre la Margherita ed altre al forno, per semplicità in cottura anche la Montanara dice la sua!
Queste si uniscono altre tante prelibatezze. Come non citare infatti la buonissima Pasta patate e provola, la deliziosa e fragrante Sfogliatella, per accompagnare il Caffè, simbolo della pausa tutta napoletana. Per il dolce ma il salato richiama attenzione e così non manca poi la frittura. Che sia di terra o di mare, il “fritto” è un pranzo al volo tradizionale. Qualsiasi esso sia è sempre ideale da gustare durante una passeggiata nei vicoli di Napoli.
Anche se abbastanza popolare e sporcante è un’ottima soluzione, se la si vuole anche elegante, per chi ama sedersi al tavolo sul lungomare.
oltre alla classica dalla forma a mezzaluna e la pasta dorata non manca poi la versione molto simile alla tradizionale Margherita, conosciuta come Montanara. Ma cosa sappiamo su questa pizza fritta? E quali origini ha questo nome?
Ecco un altro sfizioso e gustoso Storytelling del food! Apparecchiate la tavola e… continuate a gustare!
Uno storytelling del food con radici medievali: la montanara da inizi Duecento all’”Oro di Napoli”.
La maggior parte degli storici del cibo, specialmente di quello partenopeo, concorda nell’attribuire l’origine della pizza Montanara agli ambienti domestici umili. Discendente dalle duecentesche crispelle, frittelle di farina a base di olio di sugna e miele, la Montanara ha una storia molto antica alle spalle. La prima attestazione delle crispelle risale al Libro di Coquina, un ricettario medievale realizzato a Napoli ai tempi degli angioini. Segue la notizia dal libro “Usi e Costumi di Napoli” scritto da Francesco de Bouchard qualche secolo dopo in cui compaiono le amatissime zeppole.
Nella loro versione dolce e salata tra cui possiamo collocare anche la nostra protagonista dello Storytelling del food. Perché anche le maestre cuciniere realizzavano questa prelibatezza: le zeppolaiole, ossia donne che friggevano zeppole e altre bontà fritte per strada vendendole poi ai passanti.
Intorno all’Ottocento, a seguito della diffusione del pomodoro, le zeppole iniziarono a vedersi anche condite con sugo al Ragù.
Da qui nacque la versione più vicina alla Montanara. Prima di essere venduta per essere gustata in strada aveva già conosciuto un suo sviluppo nelle case umili, dove veniva preparata con gli avanzi del pranzo domenicale come spuntino al volo sul posto di lavoro.
Celebre documento che attesta la fama della Montanara come street food sia da tempi più lontani da noi è il film l’Oro di Napoli. Non a caso la protagonista l’iconica Sofia Loren. Che nei panni della bellissima pizzaiola Sofia, che vediamo impegnata, nelle scene del film, nella preparazione delle pizze fritte.
Tutto molto bello e delizioso ma …perché si chiama Montanara?
E soprattutto perché questa Pizza in una Città di mare prende il nome di Montanara?
Ad oggi non esistono risposte certe sull’origine di questo nome: alcuni la riconducono ad un documento dove veniva descritta come tipico pranzo dei montanari (se ne vedono molti in una città di mare?), ma molti suggeriscono che il nome sia ricavato dalla forma della pizza, che nella versione odierna presenta un condimento al sugo coronato con una pioggia di parmigiano, che ricorda la neve che copre il cucuzzolo di una montagna. Di sicuro la Montanara copre la nostra fame del mezzogiorno e la soddisfa pienamente con il suo gusto intenso e inconfondibile. Non resta che gustare ma intanto…
Al prossimo Storytelling del food.
Chiara Peluso