Anche nel caso della Parmigiana di melanzane si conferma che ogni Storytelling del food propone sempre un delizioso tripudio di sapori. Non a caso si conferma in quella gustata da Trattoria Piazzetta Sant’Anna. Non si tratta solo di sapori, perchè si mescolano pillole di storia e curiosità. Per farla diventare un’icona del menù della “cucina italiana“! 

Che sia a pranzo a cena, come secondo piatto o contorno, è impossibile resistere alla tentazione di una filante parmigiana di melanzane!

 

Si può notare che questa specialità culinaria unisce tutti i tipici sapori mediterranei. Spaziando dall’intensità del fiordilatte, le note avvolgenti delle melanzane fritte e la decisione del sugo di pomodoro che condisce il tutto. Il sapore di questo piatto della tradizione riesce ad essere unico e inconfondibile.

Come i colori degli ingredienti anche i gusti si intrecciano bene.

Anche perchè la Parmigiana di melanzane gode di uno Storytelling del food avvolto o meglio conteso tra ben tre regioni!

Così dal Sud al Nord, visitiamo ben tre posti diversi: Sicilia, Campania ed Emilia-Romagna.

Le prime tracce risalgono al ‘500.

Invece per la provenienza del nome “Parmigiana” non è certa ma ci sono due ipotesi principali. Queste portano ad attribuire l’origine del piatto alla città di Parma o alla Sicilia.
Una delle ipotesi è che il termine “Parmigiana” venga ricondotto a uno dei suoi ingredienti, il Parmigiano Reggiano. In più termine “parmigiana” fino al 1500 veniva anche utilizzato per indicare la cucina tipica della zona di Parma.

L’ipotesi che ci porta in Sicilia invece fa derivare il nome “parmigiana” non dall’ingrediente del piatto o dalla città di Parma ma dal termine siciliano “parmiciana”. Questa parola indica la donna persiana che con il proprio listello in legno ricorderebbe la sovrapposizione delle fette di melanzana che vanno a comporre gli strati della Parmigiana.

Ecco che il nostro Storytelling del food si addentra in secoli più lontani e a sud dell’Italia, precisamente in Sicilia.

Infatti, pare che durante la dominazione araba le melanzane abbiano conosciuto una fiorente coltura nelle terre siciliane dai paesi orientali. Proprio in oriente era diffusissimo un piatto chiamato moussaka, uno sformato a base di melanzane, carne, patate e besciamella, la cui ricetta è stata riproposta anche nelle terre siciliane, prendendo il nome di parmiciana: non si tratta di un nome casuale ma del termine siciliano che indica i listelli di legno che compongono le persiane, alludendo all’intreccio delle melanzane tra loro. E da qui come si arriva a Napoli? Intorno all’800 la ricetta inizia a girare e viene riproposta dai trattatisti di cucina napoletani, tra cui Ippolito Cavalcanti nella sua Cucina Teorico-pratica: è impressionante la somiglianza del procedimento di preparazione con quello attuale della cucina napoletana. E infatti, la ricetta di Cavalcanti fu il trampolino di lancio che consentì un’ampia diffusione di documenti e testimonianze sulla preparazione e anche la bontà della parmigiana.

Dalla Sicilia all Emilia passando per Napoli: la Parmigiana di melanzane in varie proposte.

Ad oggi la contesa della paternità di questo irresistibile capolavoro di cucina quale la Parmigiana resta più che aperta. Tuttavia, ognuna delle tre regioni ha una ricetta propria riproponendo la parmigiana in diverse versioni: in Sicilia, le melanzane sono fritte e combinate con scaglie di pecorino. In Campania (come sempre, si esagera) le melanzane sono prima rosolate per bene nell’impanatura e poi fritte, per essere unite alla mozzarella filante e al pomodoro rosso vivo.

In più, per la creazione di nuove versioni, la Parmigiana di melanzane ha lanciato l’ispirazione, da quella bianca, in cui il sugo è sostituito dalla besciamella, a quella realizzata con altri tipi di verdure. Tra queste quotatissime sono le zucchine di cui compariva notizia nelle ricette del Cinquecento.

In conclusione, una cosa è certa: in qualsiasi modo sia cucinata la Parmigiana ha saputo conquistare l’Italia!

Per una nuova settimana… Al prossimo Storytelling del food!

Ma intanto…

Chiara Peluso

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