Il concept del friggere, per la “Cucina” è quasi una base da Storytelling del food. In tempi addietro non vi era elettricità o forni, così per cuocere si friggeva. Così dopo Pizza fritta, Crocchè, ecco anche la Mozzarella in carrozza
ci porta in giro per il Suo.
La Mozzarella in carrozza, dalle leggende contadini ai menù di tutti i ristoranti!
Che sia ruota o briglie questo piatto nato per ridurre lo spreco di viveri. Divenne col passare del tempo un successo nella tradizione culinaria napoletana e non solo. Infatti, ci sono due regioni che si contendono l’origine della mozzarella in carrozza: Campania e Lazio. Ma a favore di Napoli, un’importante fonte scritta. Cioè un trattato dell’Ottocento: “Il Re dei cuochi”, in cui la Mozzarella in carrozza viene definita “alla napoletana”.
Lo Storytelling del food vero, inizia nel Medioevo, raggiungendo una popolarità che ha reso la bontà ultracentenaria.
Ma, contestualizziamo! “A cosa pensi se dicessi Napoli?“
Si accettano solo cose belle!
Sicuramente penserai al mare. Ma anche ai caratteristici vicoli stretti della città, alla mondana via Toledo, ricca di idee tradizionali.
Certamente tra queste idee non mancherà la pizza. La cucina napoletana non é solo questa, c’è anche un contorno che accompagna la Tradizione.
Tra tanto salato un piatto tipico che non manca mai nei menù di ristoranti, pizzerie e trattorie napoletane é sicuramente un buon fritto all’italiana.
In questo viaggio di tanta storia c’è bisogno di una Regina, che non sia la Pizza, ma qualcuna che viaggia in maniera regale, come la Mozzarella in carrozza!
Dalle carrozze medievali…ai cuoppi fritti: il viaggio della mozzarella in carrozza nei secoli.
Il nome ci intriga. “Mozzarella in carrozza” ci fa indubbiamente pensare a qualcosa di nobile, appartenente all’antica aristocrazia che si spostava in sontuose carrozze.
In realtà, lo Storytelling del food ci racconta una storia diversa.
come buona parte dei piatti napoletani che riscuote tutt’ora un gran successo, la mozzarella in carrozza nasce negli ambienti più poveri di Napoli come pranzo al volo cucinato con gli avanzi della cena della sera precedente. Il suo nome deriverebbe dalla forma che la mozzarella assumeva nel momento in cui veniva fritta sul pane. Secondo alcuni assomigliava alle briglie, strumento che utilizzava il cocchiere per dirigere i cavalli, mentre altri sostengono che avesse le semplici forme della ruota di una carrozza.
Un’altra versione risale a tempi molto antichi, al medioevo contadino che vuole che il latte trasportato dai contadini al mercato per venderlo, vuoi per il lungo viaggio vuoi per le strade non asfaltate e piene di dossi, si amalgamava perdendo la sua consistenza liquida, assomigliando più a un formaggio filante proprio come la mozzarella
Ma non finisce qui!
La cosa che è certa è che dalle storie più umili la mozzarella in carrozza ha fatto il giro d’Italia e del mondo ed è arrivata sulle tavole di tantissimi locali, ristoranti, trattorie e pizzerie. Non manca mai poi nel famoso cuoppo fritto all’italiana combinato con gli antipasti di terra più rinomati della cucina italiana. Oltre che sulle tavole mondane la mozzarella in carrozza è un piatto facile da preparare anche per le tavole quotidiane o per uno spuntino veloce a pranzo. Insomma questo storytelling del food ha fatto un giro di secoli e dalle mense contadine è arrivato a tutte le tavole facendoci conoscere una bontà unica preparata con pochi ingredienti ma tanta esperienza e dedizione.
Al prossimo Storytelling del food!
Chiara Peluso