Che sia chaimato Crocché o panzarotto, uno dei più celebri componenti del fritto napoletano è un classico da Storytelling del food.
Riuscendo ad essere nei menù dei ristoranti napoletani, ma anche e soprattutto Pizzeria, ma non solo. Spopola in “zona Rosticceria”, infatti, la nostra presentazione social per Vestuto.
Realizzato con uova, patate, scamorza filante e prezzemolo,
eccelle per il latticino pericolosamente filante e gustoso!
questo fritto della Tradizione è ideale da gustare come antipasto prima di una buona pizza, come stuzzichino accanto a un aperitivo o come pranzo al volo tra i vicoli del centro storico, magari accostato ad altre prelibatezze del famoso “cuoppo”, come arancini, frittatine di pasta e paste cresciute. Ma qual è la storia del crocché e soprattutto come ha fatto a diventare un’icona della cucina classica napoletana?
Il nostro Storytelling del food risponderà proprio a questa domanda, trascinandoci in questa nuova avventura.
Tra Francia e Spagna: le regali croquettes (o croquetas) alla Napoli umile.
Sebbene molto diffuso nella Tradizione culinaria popolare, il Crocché di patate ha origini nobili. Il suo nome viene dal termine francese “croquettes”, che stava a indicare delle crocchette di patate inventate intorno al XVIII secolo e cucinate alla corte francese angioina.
Come ci illustra un trattato di Antoine Augusten Parmentier, nutrizionista del re Luigi XVI, scritto con l’obiettivo di nobilitare in cucina il ruolo del tubero, allora diffuso solo sulle tavole popolari, specialmente quelle delle persone più povere. Tuttavia, secondo il nostro storytelling del food pare che le origini del crocché
a Napoli siano pervenute in tempi più remoti, attraverso altre vie.
Infatti, la tradizione lo fa risalire a un piatto tipico della cucina spagnola, “le croquetas de jamon”, involtini panati di prosciutto che deliziavano il palato dei conquistadores spagnoli. La versione povera di queste croquetas a Napoli era cucinata proprio con le patate.
Come al solito, nella città partenopea i piatti dalle umili origini hanno sempre, col passare del tempo, un grande successo nei menù della tradizione culinaria locale e nazionale
Napoletanità e non solo: il crocchè dentro e fuori regione.
Oltre che in qualsiasi ristorante, pizzeria o friggitoria napoletana, il crocché gode di grande apprezzamento anche in tante altre regioni di Italia. Ad esempio, in Sicilia i crocché di patate sono noti con il nome di cazzilli, e si distinguono per la mancanza di uova e mozzarella nella preparazione.
Morbidi e semplici, compongono uno dei piatti iconici dello street food palermitano, il panino panelle e crocchè. Ma ne esistono altre versioni anche in altre regioni d’Italia, con delle varianti rispetto a quella napoletana. Nella città partenopea il crocchè o panzarotto si trova facilmente nelle friggitorie o rosticcerie che con il loro profumo animano i vicoli della città e si possono gustare nel famoso cuoppo, un cartoccio contenente i principali fritti della tradizione napoletana. Un pranzo al volo perfetto per assaporare la bontà della cucina partenopea e allo stesso tempo godersi la bellezza della città.
Mentre continuiamo il viaggio nell’evoluzione della proposta o dell’utilizzo del Crocchè, al prossimo Storytelling del food, nel gusto!
Chiara Peluso