Lo Storytelling del food per la Pizza nasce indiscutibilmente dalla Pizza Margherita e la Pizza Marinara. Queste rappresentano le due varietà tipiche dell’essenza Pizza napoletana, ma poi sono nate le varianti gourmet alle tradizionali, attraverso diversi motivi, ovvero un proprio Storytelling del food, facendo poi nascere dei movimenti emulativi da SocialPizzaComunication, S. C. P.

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Così se per le prime due varietà le origini che si perdono nella notte dei tempi, per le versioni gourmet c’è pregevole inventiva mista a buon gusto. Questi aspetti fortificheranno lo Storytelling del food, non a caso, molte sono sempre presenti in Pizzeria. Magari qualcuna ritoccata a sua volta ma è una storia che per bontà si autofagocita e ricrea.

Le origini delle versioni gourmet sono meno regali o da lavoratori. Semplicemente è puro estro per creare novità nella Tradizione.

Il gusto, però, è andato oltre lo Storytelling del food, “costringendo” i Pizzaioli a sperimentare e creare ricette sempre più elaborate e gustose. Arrivando anche ad improbabili versione gourmet.

 É tutta una questione di espressione di gusti se in particolarità o ricercatezza.

Paradossalmente, nonostante la tradizionalità, la Pizza quattro stagioni rappresenta una delle prime Pizze gourmet. É chiamata in questo modo perchè deve esprimere i gusti di tutto l’anno. Non a caso è condita suddividendo la base in quattro spicchi, uno per ogni ingrediente rappresentativo di ogni stagione.

Ritrovando i funghi per l’autunno, il prosciutto cotto e le olive nere per l’inverno, i carciofi per la primavera, pomodoro e basilico per l’estate.

La pienezza del gusto della Pizza rende gli stessi ingredienti capaci di accontentare tutti i gusti, o “capricci”. Perciò è così che nasce anche la Pizza capricciosa, creata nella prima metà del Novecento. La questione ingredienti e gusti, facilita anche la nascita di altre Pizze, per esempio, la Pizza quattro formaggi. Anche qui il nome  appare scontato, perchè condita in un tripudio di formaggi vari come mozzarella, fontina, parmigiano e gorgonzola per un effetto super filante. Oppure la pizza prosciutto e funghi, che non ha bisogno di ulteriori descrizioni. O, ancora, la Pizza ai frutti di mare per donare la freschezza del mare come gamberetti, tonno, cozze e calamari. Magari il tonno a volte, come garantisce la Pizzeria Alba.

Ci sono poi altri ingredienti particolari, che hanno reso ormai canoniche certe bontà, come il Pistacchio che si presta al nome, unendolo all’ingrediente che accompagna. Perciò il cui nome deriverà dalla fantasia del Pizzaiolo, che sposa bene con la salsiccia. Non a caso il nome è in accoppiata, diventando la Salsiccia e Pistacchio, un must.

Ci sono altri nomi delle pizze particolari, che ricordano altro, oltre il gusto.

Per esempio c’è la Pizza Primavera, che tra il sapore delicato ed i colori vivaci del prosciutto crudo di Parma, del pomodoro ciliegino, delle scaglie di grana e della rucola ricordano quelli della stagione.

Certe tradizioni sono intercontinentali. Così nel caso della Pizza Americana viaggia forte in connubio da Street food d’oltreoceano. Precisamente da U. S. A. con la würstel e patatine, che rimanda all’idea di fast food, nato nella Nazione a stelle e strisce. Restando “in zona” c’è anche l’omaggio alla cucina del centro America della pizza messicana con rondelle cipolla, salsa piccante e addirittura fagioli rossi.

Gusti abbastanza strong prospettano questi gusti, così c’è bisogno anche di un sapore delicato, che riprenda come la Pizza Primavera ed ecco che: “Prosciutto crudo di Parma, del pomodoro ciliegino, delle scaglie di grana e della rucola” richiamano la stagione e danno vita all’omonima pizza.

Certa freschezza non è cercata ma a volte va ricreato l’ambiente che la crea.

Così ecco la Pizza Boscaiola.

Grazie ai funghi champignon e la salsiccia conferiscono quella rusticità che ricorda gli ambienti di montagna, tanto che spesso questa pizza compare nei menù col nome di Pizza Boscaiola.

La Pizza è internazionale.

Così ecco i nomi delle pizze straniere.

La pizza, si sa, ha una patria ben precisa ed è l’Italia, ma è diventato un piatto così diffuso e consumato nel resto del mondo da poter essere considerato universale. È molto probabile che trovandovi all’estero ed entrando in un ristorante straniero vi imbattiate in un menù che riporta i nomi delle pizze italiane più famose.

Fate attenzione però a una “falsa amica”: quella che in Italia chiamiamo pizza diavola per via della piccante dovuto appunto al salame piccante e al peperoncino. Che nei paesi anglosassoni è chiamata anche “Pepperoni pizza”, quanto di più lontano da una pizza con peperoni, giocando sulla parola “pepper” indice di essenza piccante.

La presenza delle uova su una pizza non stupisce se dev’essere una celebrazione, come nel caso della Pizza Bismarck. Questa è ispirata al cancelliere tedesco Otto Von Bismarck, Perciò l’uovo da il nome alla Pizza, dato che il Cancelliere ne mangiava una dozzina  a settimana.

Un altro nome particolare è per una Pizza via di mezzo tra la Margherita e la Marinara, cioè la Pizza Cosacca, di cui conosciamo la storia, ed è abbastanza legata Russia ma la sua origine è autenticamente napoletana. Perchè si tratta di una Pizza rossa resa molto saporita dall’aggiunta di parmigiano e pecorino, per ricordare i Cosacchi dello Zar Nicola I nella città di Napoli.

L’ultimo nome più particolare che ha creato scontenti nel mondo Pizza è la creazione che arriva direttamente dal Canada. Questa, la Pizza Hawaiana, mescola dolce e salato. Perchè conosciuta come Pizza con l’ananas, a cui si aggiunge anche il prosciutto cotto, anche se quest’ultimo ingrediente risulterà di certo meno d’impatto rispetto alla frutta.

Eugenio Fiorentino

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