Varie nostre esperienze social mattutine, hanno per protagonista un cornetto, non sempre uguale, così le variazioni invitano a comprendere lo Storytelling del food.

Che si chiami Croissant, Kipferl, Brioche, o, come più comunemente noto, Cornetto, una cosa è certa!

Questo dolce dalla forma ricorda, paradossalmente una mezzaluna, ma è un simbolo della colazione all’italiana!

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Una vivanda golosa e nutriente per iniziare al meglio la giornata, abbinata a un buon Caffè o cappuccino. Diffuso tra ricchi e poveri, nobili e popolani, il cornetto è uno dei dolci più apprezzati e amati in tutto il mondo.

Ma dove nasce precisamente? E in quali forme è diffuso nei bar e nelle Pasticcerie tuttora?

Uno Storytelling del food tra storia e leggenda: dal Kipferl viennese al Cornetto ischitano.

Il cornetto, termine che deriva dal suo cugino francese “Croissant”, nasce in realtà in Austria. Suo antenato è infatti non tanto il Croissant bensì il Kipferl viennese, nato nel 1683 e legato a una leggenda.

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Pare che la nascita del dolce e soprattutto la forma a mezzaluna si devano alla mancata invasione della città da parte dell’Impero Ottomano. Questa fu sventata proprio grazie ai fornai che si accorsero del tentativo ottomano di entrare a Vienna attraverso lo scavo di gallerie sotterranee nottetempo. Così  diedero l’allarme (come ben sappiamo da intenditori di food, i fornai si alzano molto presto per iniziare la lavorazione del pane). Per festeggiare i fornai diedero vita a questo nuovo dolce, la cui forma prende ispirazione proprio dalla mezzaluna turca.

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Tralasciando le leggende e tornando alla storia, il Kipferl approdò in Francia nel 1770 in occasione delle nozze tra l’erede al trono di Francia Luigi Augusto e la principessa austriaca Maria Antonietta, e prima di quella data era già conosciuto in Italia. Infatti, dal 1683 il cornetto era già conosciuto in Veneto grazie alla fitta rete di rapporti commerciali tra la repubblica di Venezia e l’impero austriaco.

Si continua nel 1797, quando la repubblica di Venezia fu sottomessa all’Austria con il Trattato di Campoformio: da questo momento il dolce divenne più popolare in Italia e allo stesso modo in Francia, dove i pasticceri del luogo rielaborarono la ricetta del Kipferl viennese e lo trasformarono nell’odierno croissant, aggiungendo il burro ed eliminando le uova. Di lì a poco il Cornetto si diffuse in tutt Europa e poi nel mondo e nel XX secolo nacquero anche nuove versioni, come la polacca di Ancona e di Aversa

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e il famosissimo cornetto Ischitano.

Dalla pasta sfoglia al cornetto Ischitano

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: ecco le varianti più amate per una buona colazione (e non solo).

Nei forni italiani il cornetto viene preparato secondo varie ricette. Non parliamo di gusti, come crema amarena, cioccolato, pistacchio o vuoto ma proprio di impasti. Sicuramente i classici sono i cornetti sfogliati: croccanti all’esterno e soffici all’interno, gli sfogliati parenti del croissant francese, anche se la ricetta prevede l’utilizzo di altri ingredienti, come uova e aroma di vaniglia e un altro tipo di impasto.

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Frattanto, su una splendida isola nel mar Tirreno, ad alcuni chilometri da Napoli, nasce una variante dei cornetti in pastasfoglia, composta da un impasto che è misto tra sfoglia e brioche: stiamo parlando naturalmente dei famosi cornetti ischitani, nati da un’idea dei fratelli Calise, il cui bar è il più famoso sull’isola di Ischia. Rispetto alla versione in pastasfoglia i cornetti Ischitani sono molto morbidi all’interno e rivestiti all’esterno di una fragrante sfoglia ricoperta di granella di zucchero: accompagnano poi, al loro interno, vari gusti, tra cui quello classico è a base di crema e amarena, ma ci sono anche ai gusti cioccolato (classico e bianco), marmellata, pistacchio, e altri ancora.

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Il Cornetto, per la sua semplicità di ingredienti e di impasto, attraverso la fine lavorazione può diventare anche salato. Non a caso, c’è l’aggiunta per varietà allo Storytelling del food, degli amici della Rosticceria La Padella su Facebook

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In ogni sua forma il Cornetto è sicuramente il dolce perfetto per dare grinta alla giornata ma da gustare anche a merenda o dopocena, o meglio di notte, come possibile dagli amici della Cornetteria Fabiolotto di Alessandro Benincasa

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per chi ha sempre un po’ voglia di dolce dopo un qualsiasi pasto.

Lo Storytelling del food non è altro che il progresso del gusto. Al prossimo Storytelling del food!

Chiara Peluso

 

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