Ricollegandoci alla Ricotta ed al suo Storytelling del food, Napoli, patria di molti dolci, con questa fa spazio ad una Cassata locale, rivisitata, perlopiù infornata. Contrastante la cremosa, fresca e deliziosa, Cassata siciliana,

fonte immagine https://www.pinterest.it/pin/cassata-pasticceria-oscar-di-palermo–308144799479651294/

quale dolce perfetto per concedersi una fresca coccola durante la merenda o dopo il grande pranzo della domenica.

La Cassata originale nasce in Sicilia, ma durante il periodo della dominazione araba. Lo stesso in cui si diffuse anche la lavorazione della ricotta. Ai Saraceni è particolarmente legata.

Infatti, pare che il nome del dolce derivi dalla parola araba “Al Quas’at” che significa “tondo”.

Richiamando la forma di un contenitore in cui si lavorava la tuma, un formaggio utilizzato per preparare il dolce.

Si contraddistingue dai sapori freschi del Sud mescolati a un soffice pan di spagna e arricchiti con gocce di cioccolato. La Cassata è un dolce amatissimo sulle tavole sin da tempi molto antichi, nella calda ed esotica Sicilia ma non solo.

Infatti dai Saraceni arriva al laboratorio di Scaturchio la Cassata siciliana

ed ecco che nasce lo Storytelling del food della Cassata napoletana, attraverso altre caratteristiche.

La Cassata originale, come intenditori e non sanno, nasce in Sicilia durante il periodo della dominazione araba. Lo stesso in cui si diffuse anche la lavorazione della ricotta. Ai Saraceni è particolarmente legata.

Spostandoci in terra campana, i napoletani hanno creato una versione alternativa a quella siciliana, sostituendo alcuni ingredienti, ma nulla togliendo al sapore delizioso e coinvolgente della Cassata.

Mario Scaturchio si dice sia l’ideatore della versione infornata. Preparando un dolce più semplice da preparare e anche più leggero rispetto a quella originale.

Questa prevede la sostituzione della ricotta di pecora con quella di vaccino e che fosse utilizzato il pan di Spagna in un unico strato, bagnato con del liquore (solitamente lo Strega). Soprattutto non capovolto, come nella ricetta siciliana.

Alla ricotta da inserire all’interno della torta vengono aggiunti canditi, zucchero e gocce di cioccolato, mentre la parte superiore è ricoperta con glassa e altri canditi. Nella Cassata napoletana non c’è quest’idea di decorazione, ma solo bontà. Per cui no pasta reale, elemento utilizzato per la decorazione dei bordi nella sua cugina Siciliana.

L’origine della Cassata tra la Sicilia e la Campania passando per l Impero romano.

Il nome e la diffusione della cassata sono indubbiamente legati alle terre di Sicilia. Tuttavia, recentemente si è diffusa la voce che alcuni secoli prima, all’epoca dei romani, fosse diffuso un dolce che sembra essere proprio un lontano parente della cassata.

Una sua riproduzione si trova proprio nei resti di un’antica villa campana: si tratta della villa di Poppea Sabina, seconda moglie di Nerone, dove è stato trovato un affresco che raffigura una torta bianca, decorata ai bordi con una striscia rossa, che assomiglia molto alla cassata. Nella stessa villa sono stati trovati dei papiri che riporterebbero la sua ricetta e gli ingredienti, ovvero ricotta, miele e frutta secca.

fonte immagine https://it.wikipedia.org/wiki/Cassata_di_Oplontis_%28affresco%29

Che la Cassata sia nata in Sicilia o in Campania rimane un mistero da appurare, ma qualsiasi sia la sua terra d’origine, in entrambe le versioni siciliani e napoletani sono stati capaci di realizzare un dolce ricco di sapori che si combinano tra loro e sopraffino al palato.

Per cui seguiteci! Lo Storytelling del food ha avuto evoluzioni. Magari le scopriremo attraverso i social. Anche perchè, bisogna ammettere e rispettare, che la Cassata nasce Siciliana, per cui è giusto riproporla così anche a Napoli, come fanno alla Pasticceria Mignone

fonte immagine https://www.facebook.com/photo/?fbid=981529212039276&set=a.366145436910993

Chiara Peluso

 

 

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