Dopo i tanti apprezzamenti per i miglioramenti del reparto Pasticceria, per la prima colazione del Tarallificio Tonino, Corso Secondigliano 231, tornati ed abbiamo voluto cambiare. Come mostrato nel social, abbiamo gustato la Zeppola di San Giuseppe.

Questo dolce, ormai come ogni anno, prodotto quasi in maniera industriale per il 19 marzo, San Giuseppe, celebra la figura del Papà. Così tra un gusta questa, assaggia quest’altra, non riusciamo a cogliere e distinguere le bontà di una in particolare.

Ma per degli aspetti le tradizioni si sovrappongono. Si dice che per il Suo essere falegname si bruciano i piazza per tradizione cumuli di legna secca che segnano la fine dell’inverno. Ma tra tanto calore c’è una conseguente richiesta di freschezza, dal fuoco e anche per il cambiamento stagionale, quindi meteorologico.

E così è giusto fare un gioco tra freschezza di crema e calore del bignè. Questo con l’aiuto dell’amarena risplende di luce maggiore, tra proprio impasto ed altro.

Quasi per instradare ed accogliere al meglio la luce portata dalla primavera, non può mancare il dolce simbolo di questa festa: le zeppole napoletane.  

Questi giochi di contrapposizioni si confermano nella Zeppola del Tarallificio Tonino.

 

Caspita, bisogna gustarla, quindi va morsa, rischiando di rompere e frastagliare la bellezza, ma restando ben composta e compatta il gusto non si perde.

Il bignè di una pasta choux calda il giusto e fragrante che si tiepida attraverso la freschezza della crema e dell’amarena. Il bignè è ben frastagliato e anche se caldo si deve masticare. Beh… consequenzialità ma le suddette aiutano perchè la masticazione e conseguente deglutizione del bignè sono facilitate, anche se al forno.

Altra facilitazione è data dallo zucchero a velo con cui è ricoperta la Zeppola, ormai diventata un tutt’uno con lo stesso, ammorbidendo i legami della pasta diventata un tutt’uno con la crema.

Una buona nota di colore e di menzione va data alle amarene, dolci il giusto, con poco succo. La crema è poco inflazionata o per nulla, restando densa e fresca al morso.

La crema non resta tutta sopra, riesce ben a legarsi nel bignè, addirittura accumularsi sotto diventando una fresca sorpresa al morso.

Eugenio Fiorentino

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