Al Bellini Ristorante Pizzeria, a Via Santa Maria di Costantinopoli 79/80, con una Pizza Margherita, anche se da asporto, si confermano le vecchie abitudini e la storica e popolare bontà, come Storytelling esige!
Così gentilmente, tagliata al momento, subito notiamo la compattezza della pasta, non a caso, il trancio si allontana poco e con difficoltà dagli altri. L’aspetto di “compattezza” è solitamente da attribuire, alla freddezza, ma questa volta, no! La degustazione, invece, capita non proprio all’uscita dal forno, ma ancora calda, leggermente tiepida, come se fosse d’asporto, garantiamo!
Lo spicchio ancora tiepido riesce a trattenere il proprio sapore, evitando che il cartone rubi troppo i sapori della Pizza o la contamini troppo. Merito anche del lavoro del Fornaro, abile a sfornare alla giusta temperatura. Infatti la condensa non contamina il legame e la scuola della Pizza, cioè quella bassa da Napoli Centro. Il buon Gennaro, Rino per gli amici, non ha i paraocchi. Così anche se della zona, ama la Pizza di “larghe vedute”, infatti ho apprezzato un impasto morbido ma non troppo. Insomma è riuscito a mediare tra tradizione e novità, persino in una Pizza Margherita. Anche se non è stata una Sua creazione, ma di un Suo collaboratore, sicuramente questa idea di gusto, volontà di modernità, conoscendolo, sarà sua… Tale mediazione, come si può notare, ha permesso una Pizza dal diametro giusto, non bassa ed abbastanza elastica. Beh, impasto promosso, ma degno di merito è il pomodoro, non solo per bontà, ma anche per distensione. Infatti è uniforme, ogni morso ha il suo gusto. Non ci sono zone vuote, riuscendo anche a non sovrastare il fiordilatte. Si dimostra di “pelle tenera”, con una consistenza morbida, merito anche del calore. Al gusto rilascia un sapore molto fresco, di latte delicatamente acidulo, che accompagna saggiamente il pomodoro ben dosato, anche perché ben disteso o distribuito.
Eugenio Fiorentino
