La Compagnia teatrale “Gli Artisti distratti“, mette in scena spettacoli, il più delle volte, con scopi benefici, quindi con Teatro & food, vanno supportati.

Perché spesso sceglie, per essere meglio raggiunti, teatri più “cittadini”, come stato nel caso di sabato 22 aprile, in cui abbiamo assistito al Teatro Immacolatavia Francesco Giuseppe Nuvolo 9, alla Rappresentazione “Caviale e lenticchie”. A fine spettacolo, per una buona Pizza, abbiamo scelto di dirigerci da Alba Ristorante – Pizzeria, Piazza dell Immacolata 14.

Certo già il nome dello Spettacolo è alquanto esilarante, perchè contrappone un alimento “nobile” con un altro “misero”. Infatti, a mio parere, lo sceneggiato richiama molto, il canovaccio del film del 1954, Miseria e nobiltà, del Mitico Totò. Infatti lo Spettacolo, una commedia, racconta di Liborio Lamanna e Maddalena convivono ed hanno una figlia di nome Fiorella.

Liborio per Professione, fa “l’invitato”. Si imbuca alle feste, ruba dolci e cibarie, per poi mandare il suo amico-nemico Vincenzo nei ristoranti a venderle. Peccato che Vincenzo, in cuor suo, trami perchè, fa la corte a Donna Maddalena, che maliziosamente talvolta ricambia. Non è l’unico aspetto strano, perché con la famiglia vive Caterina Lamanna, sorella di Liborio, e Filippo, altro figlio di Liborio. Un giorno la famiglia, per poter organizzare scenette per ricevere maggiori elargizioni ai matrimoni, si vede arrivare un vecchio bersagliere. Questo, però, sconvolto ancora dai traumi. bellici, canta e piange. Così Liborio e Vincenzo, credono di poterlo “sfruttare” per poter organizzare esilaranti scene, date alcune problematiche senili e reminiscenze dell’anziano.

Ma è da questo momento  che iniziano una serie di intrighi e di personaggi. La Commedia di per se è molto lunga, così la Compagnia ha voluto un pò restringerla, per poterci inviare, a mio parere, alcuni messaggi sociali. Perché la Famiglia rappresentata è troppo legata al voler fare per forza cassa, in qualsiasi modo, vendendo oggetti di casa, medicinali o semplicemente facendo favori. Così, presentato l’aspetto di miseria. Arriva la Nobiltà, con il Signor Roberto, figlio, appunto, di una famiglia nobile, ma scosso per l’aver ucciso, erroneamente un cameriere. Quindi bisogna nascondere il corpo del defunto ma soprattutto un traumatizzato Roberto.

Sembra manna dal cielo, perché garantire protezione ad un personaggio simile, quasi garantisce possibilità di ricchezza. Questa arriva, si, ma di intrighi. Così mentre si prova a far rinsavire il povero Roberto, ancora scosso dall’evento e quindi nascosto, sarà un simpatico susseguirsi di personaggi.

Così, in scena, si va dal passaggio dei nobili familiari alla ricerca del ragazzo, che non vuole tornare. Sia per il trauma che per l’essersi invaghito di Fiorella, ad altre scene simpatiche, sempre riguardo il vil denaro. La estenuante ricerca di questo è la rovina della famiglia va allo sfascio. Ma si ricompatta per “salvare” Roberto dalle accuse di omicidio, nascondendolo.

Così sarà un continuo provare ad accaparrarsi i meriti dell’aiuto per ricevere poi la ricompensa. Ma tra la figlia Fiorella e il Signor Roberto è nata una simpatia, quindi lei si prodiga per aiutarlo e salvaguardarlo. Mentre la famiglia, lo fa più per tornaconto economico.

La sceneggiatura va avanti finché non si scoprirà che era tutto un tranello del Tutore di Roberto. Questi voleva spaventare il secondo, ormai cresciuto, diventato grande e non più bisognoso di tale figura, per far si che il lavoro gli restasse.

Grazie alla Famiglia Lamanna, e simpatiche scene “mediche”, Roberto riesce a restare con loro, tra la confusione familiare, di figli stravaganti che tornano, amori che nascono, insomma per inviare il messaggio che, soprattutto, nell’odierna società, non debbano più esserci distinzioni sociali. Perché poi tutto, non può finire a “pane e puparuoli” ma a “Caviale e lenticchie”, si! 

O ancora meglio, ricordandoci della vicina Pizzeria, con una buona Pizza, ci dirigiamo lì.

Scegliamo una Margherita con funghi e prosciutto cotto , ottima di gusto, per freschezza di ingredienti, ma soprattutto di “ammaccatura” bassa, non tanto vomerese, quindi moderna e alta, ma appunto classica, o meglio, il giusto mix, per un fine serata di buon gusto. Grazie all’impasto tenace, ma anche morbido e fragrante, che rappresenta l’essere un buon misto tra modernità ed antichità. Infatti di questa ha solo l’altezza e la forza dell’impasto, ma il topping è “gourmet”. Quasi scomodando la Storia, aggiungendone un buon gusto. La Compagnia merita, sia per spettacoli che per scelta dei teatri, che spesso permettono una buona combinazione Teatro & food, quindi invitiamo a seguire una loro pagina social.

Eugenio Fiorentino

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