La Pizza napoletana è nata come umile pietanza per sfamare il popolino( un po’ di pasta condita solo con pomodoro, olio, aglio e origano) ma poi, nel corso degli anni, tra mode e nuove scuole ha raggiunto palati portando l’umiltà nella ricchezza dei fini palcoscenici di tutto riguardo, non a caso la Pizzeria Mattozzi a Piazza Carità 2, nel salotto di Napoli, con un pasto povero, si è ritagliata una posizione di spicco riuscendo a diventare membro importante dell UPSN( Unione Pizzerie Storiche Napoletane, Le Centenarie). Non a caso tutto è stato possibile attraverso uno Storytelling del food importante, infatti oggi con Paolo Surace, siamo alla quarta generazione di pizzaioli, perché è un amore che si passa da Padre in Figlio.
Durante il susseguirsi di queste c’è stato tanto da vivere, creando per la Pizzeria merito, onore, rilievo nella suddetta Unione, e per scrivere nel modo migliore anche l’argomento principale, qui trattato, infatti si è dovuto tanto girare, perché il locale di piazza Carità nacque nel 1833, ma era tutt’altro, infatti portava il nome di “Le stanze di Piazza Carità” ed era frequentato dagli intellettuali della città, come Francesco De Sanctis, uno tra i maggiori critici e storici della letteratura italiana nel XIX secolo.
Nel frattempo Alfredo Surace avendo maturato dal 1930 esperienza alla Pizzeria Mattozzi a via Marchese Campodisola( ancora presente) nel 1959, rileva la gestione del locale, portando con se, nella nuova impresa con la moglie Concetta Perrone e i due figli, Franco e Lello.
Tuttora, infatti, Paolo Surace
continua fiero questa tradizione, innovando il locale e promuovendolo tra i ristoranti con maggiore storia in Italia e proseguendo il lavoro del padre nell’Associazione Verace Pizza Napoletana per tutelare e diffondere questo patrimonio in tutto il mondo.
Eugenio Fiorentino