Così: ” Giovedì gnocchi, venerdì pesce, sabato trippa. Domenica ragù o genovese.”.
Poi in caso di festività pagane o sacre il martedì grasso c’è la lasagna ed il giovedì santo zuppa di cozze.
Dopotutto, l’essenza genuina loro la confermano così
Quest’idea di planning c’è un pò nell’offerta quotidiana, per far fidelizzare i clienti, che sono sicuri di trovare quel piatto in quel giorno, così, ci capito ad inizio settimana e…
Scarpariello da “scarparo”, traducibile come calzolaio. Non nell’accezione di commerciante di calzature, quanto di artigiano che ripara le stesse. Perché i nostri avi ci hanno sempre insegnato a non buttare, a riutilizzare.
Lo stesso principio – quello del riuso – che dà vita a questo piatto, riutilizzando il ragù avanzato dalla domenica a cui si aggiungeva il formaggio che ricevevano questi artigiani come pagamento per le loro prestazioni professionali. Un piatto antico, “nato” in una fase storica dove circolava poco denaro. Questa la versione primigenia, quella dei Quartieri Spagnoli.
Poi c’è quella più leggera, con pomodoro fresco. Si lascia preferire perché di lunedì – dopo i bagordi domenicali – partire con un piatto non particolarmente impattante è meglio.
Oggi ho gustato quello di “Maninpasta – La cucina della mamma” a Caserta. Un piatto eseguito con anima percepibile che l’eccessiva tecnica spesso cela.
Una versione “eretica”. Erotica con aggiunta dell’oro bianco campano. Quel bianco porcellanato che tutto nobilita.
Rassicurante, appagante. Da farci scarpetta
Alla prossima, perchè è sempre un piacere!
Antonio Caldarelli